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Modern Italy
Journal of Modern Italian Studies
RIVISTA DI STUDI ITALIANI
Anno XXII , n° 2, Dicembre 2004 ( Contributi ) pag. 47-53

LEOPARDI, POETA DELL'AMORE
MARIA C. PASTORE PASSARO
Central Connecticut State University,
New Britain, Connecticut
L'interpretazione più diffusa e comune presenta Leopardi come il poeta della disperazione. L'idea non è inesatta. La lucidità filosofica che splende nelle meditazioni delle Operette Morali e dello Zibaldone, le ripetute, ostinate riflessioni sulla natura, il suo bruto potere ascoso,
e sull'esistenza umana; le intuizioni sul tempo e la sua romantica evanescenza; sulla politica come teatro di brutali desideri; sulla storia e sulla vita in genere come immedicabile male costituiscono motivi ben noti d'una disperata visione del mondo. Tale disperazione, che assomma al classico e convenzionale nichilismo leopardiano, è, a sua volta, diventata una categoria che permette di proiettare l'opera del recanatese come punto di partenza nella genealogia della distruzione di tutte le illusioni che contrassegna la storia contemporanea del decadentismo europeo (basta pensare a Nietzsche). Oppure è stata elevata a originale punto di riferimento per presentare, e il paradosso è flagrante, il sostanziale ottimismo utopistico del Leopardi. La sua visione disperata, cioè, si capovolge in preambolo per un progetto che annuncia la necessaria fratellanza umana nella storia di fronte alla forza distruttiva del mondo della natura.
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