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Modern Italy
Journal of Modern Italian Studies
RIVISTA DI STUDI ITALIANI
Anno XVI , n° 1, Giugno 1998 ( Contributi ) pag. 278-296

IL ROMANZO ECOLOGICO DI NICO ORENGO
STEFANIA LUCAMANTE
Georgetown University,
Washington, D. C.
Non ci sono più gronchi. Il gronco muore. Il gronco dalla pelle grigia e l'anima bella slancia ogni notte verso la luce di una stella. Che pena. Il gronco muore con il mare alla schiena1.

Ho l'impressione che la grazia di Nico Orengo sia tutt'altro che
pacifica e di intrattenimento e contenga una energia micidiale, tanto più assassina quanto più graziosa2.


Nell'articolo dell'autunno del '95 intitolato "Atomic Art", Valerio
Magrelli prendeva spunto da una "lugubre domanda" fatta durante un programma di Rai Tre 3 per chiedersi ironicamente (e retoricamente) se l'episodio degli esperimenti nucleari di Mururoa non fosse da interpretarsi effettivamente come una macabra "forma di ricerca estetica" per una rivalutazione del "paesaggio", soprattutto in riferimento alle esperienze dell'avanguardia Dada, a Marcel Duchamp e ad altri artisti "ispiratori di Chirac". La risposta a tale provocazione giungeva puntuale da parte del noto francesista, concepita nei seguenti termini: La metamorfosi del nostro ambiente ci tocca da vicino in mille forme. Sentiamo con più forza ciò che sta per sparire, quasi che la minaccia della sua abolizione potesse provocare un incremento percettivo. [...]
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