| RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
| Anno XVI , n° 2, Dicembre 1998 ( Contributi ) | pag. 289-311 |
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LIVING IN A MATERIAL WORLD: INNO AI PATRIARCHI, Ο DE' PRINCIPII DEL GENERE UMANO |
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| PIERO GAROFALO | |
| Wesleyan University, Middletown, Connecticut |
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In the Annotazioni to Inno ai Patriarchi, ο de' principi del genere umano, Giacomo Leopardi attempts to legitimize his seemingly incongruous appellation of the poem as a canzone. In particular, his reference to the literary model of Horace's ode sets the parameters for interpreting the lyric by establishing the primacy of content over form: "Chiamo quest'Inno, Canzone, per esser poema lirico, benché non abbia stanze né rime, ed atteso anche il proprio significato della voce canzone, la quale importa il medesimo che la voce greca ode, cioè cantico. E mi sovviene che parecchi poemi lirici d'Orazio, non avendo strofe, e taluno oltre di ciò essendo composto d'una sola misura di versi, tuttavia si chiamano Odi come gli altri; forse perché il nome appartiene alla qualità non del metro ma del poema, ο vogliamo dire al genere della cosa e non al taglio della veste"1. This statement of poetics provides an erudite justification for referring to Inno ai Patriarchi as a canzone. By directing the reader to what the poem says rather than to how the poem says it, Leopardi elevates the subject matter to the most prestigious of poetic forms and emphasizes both the polemical and philosophical natures of his intervention2. [...] |
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