RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno XVI , n° 2, Dicembre 1998 ( Contributi ) | pag. 428-437 |
![]() |
|
"SILVIA, OSSIA DEL RICORDARE" | |
![]() |
|
ANTONINO MUSUMECI | |
University of Illinois at Urbana-Champaign, Urbana, Illinois |
|
![]() |
|
Così sempre nel presente ci piace e par bello solamente il lontano, e tutti i piaceri che chiamerò poetici, consistono in percezion di somiglianze e di rapporti, e in rimembranze. (Leopardi, Zibaldone, 4495) LA FENOMENOLOGIA DEL RICORDARE Più di sessant'anni fa, il critico G. Mazzoni, valutando l'apporto di 50 anni di studi sul poeta di Recanati asseriva: "salvo uno straordinario ingegno critico [...] ormai sul Leopardi non si avrà quasi nulla d'importante che, più ο men bene, già non sia stato esposto". È una valutazione ovviamente azzardata e prematuramente conclusiva, che d'altra parte dovrebbe però incutere in chi s'appressa al testo leopardiano una giusta misura se non proprio di trepidazione certo di umiltà. "Silvia, ossia del ricordare" rappresenta una mia curiosità di antica data: anni ed anni fa, dopo aver letto l'analisi critica di A Silvia da parte di Giovanni Getto - ancor oggi, a mio avviso, la lettura più fine e profonda di quella poesia (checché ne pensi il Mazzoni) - mi ero proposto di cercare di ricostruire con una certa accuratezza non tanto la poetica leopardiana della memoria quanto il processo fenomenologico del suo ricordare, sulla falsariga del testo in questione, che di quel processo mi sembrava l'espressione più accorta e sofferta. [...] |
|
![]() |
|
![]() |
|
Registrati e acquista crediti per leggere l'articolo | ![]() |
Oppure acquistalo subito con PayPal |