RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno XVI , n° 2, Dicembre 1998 ( Contributi ) | pag. 469-485 |
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NOTE PER UN DISCORSO SULL'ACRE PENSIERO DI UN POETA GIOVANE: GIACOMO LEOPARDI* |
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GIOSE RIMANELLI | |
Professor Emeritus, State University of New York, Albany, N. Y. |
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1. Nel settembre del 1844 Sainte-Beuve, storico e critico della letteratura e proprio in quell'anno assunto fra gli immortali dell'Accademia Francese, scrisse un saggio sulla poesia di Giacomo Leopardi, morto sette anni prima a Napoli. Incuriosito da un accenno che di lui fece il De Musset, che chiamò Leopardi "sfortunato amatore della morte", Sainte-Beuve fece un viaggio in Italia, mise le mani sulle opere pubblicate e su gli inediti e, tornato a Parigi, di lui parlò come di una "rivelazione". Quel suo saggio, il primo di grande respiro sul nostro poeta, contribuì ad aprire all'opera di Leopardi le vie dell'Europa. "Con Bruto Minore" Sainte-Beuve scrisse, "Leopardi è l'ultimo degli antichi", (Ricercare in biblioteca le sue Causeries du lundi, tradotte anche in inglese col titolo Monday Chats, e Port Royal). [...] |
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