RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno I , n° 2, Dicembre 1983 ( Contributi ) | pag. 30-49 |
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INTERTESTUALITÀ, ALLUSIONI, REMINISCENZE LETTERARIE NELLA POESIA PASCOLIANA* |
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VITO R. GIUSTINIANI | |
Freiburg/Br | |
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A Vittore Branca, con l'animo del primo incontro alla Normale cinquant'anni fa: "poi ch'il veloce immobilmente fiume della vita è nella fonte, sempre, e nella foce". Dall'India antica viene la storiella di quei ciechi che non conoscevano l'elefante e di quel re che per metterli in imbarazzo ne fece portare uno davanti a loro e volle che indovinassero di che cosa si trattasse: chi palpò la coda disse che era una scopa; chi palpò una zampa disse che era una colonna; chi palpò un'orecchia disse che era un ventilabro; chi palpò la proboscide disse che era un serpente: a identificare il tutto non riuscì nessuno. Un po' la stessa cosa è capitata ai critici del Pascoli, che hanno dato fondo a tutta la terminologia e a tutti gl'-ismi del mestiere (barocco, arcadia, parnaso, simbolismo, crepuscolarismo, decadentismo etc., proprio le classificazioni a cui il Pascoli ripugnava), lasciando poi al lettore, come diceva Schopenhauer dell'analogo vezzo dei filosofi suoi connazionali, l'incombenza di ricavare dal tutto un senso purchessia: il che non vuol dire per l'appunto riuscire ad un'adeguata definizione della poesia pascoliana. [...] |
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