Silvio Ramat esprime il proprio parere cosi : "il 'male di vivere' si divide con la 'muraglia' giovanile le preferenze di chi vuole aprire Montale con una sola chiave"1. Argomentando in questa maniera, il critico non sembra apprezzare pienamente la natura quintessenziale del "male di vivere" inquantoché non riconosce che, si, è una singola chiave, ma la chiave introduce in un vasto e straordinariamente complesso universo poetico: un cosmo paragonabile a quello concepito da Einstein in cui materia, energia, gravità, spazio, moto e tempo sono inestricabilmente interdipendenti. [...]