RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno XXII , n° 2, Dicembre 2004 ( Contributi ) | pag. 173-183 |
UNA MEMORIA DI CARTA. ALLA RICERCA DELLA REGINA LOANA |
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EMILIO GIORDANO | |
Università di Salerno | |
Si può mai ricordare l'amore? È come evocare un profumo di rose in una cantina. Puoi richiamare l'immagine di una rosa, non il suo profumo. A. Miller, Dopo la caduta, 1964. E' proprio nel "più crudele dei mesi" (come recita il titolo del primo capitolo) che incomincia a dipanarsi la singolare trama dell'ultimo romanzo di Umberto Eco1>. E non certo casualmente, perché utilizzare en plein air, come significativa alfa del libro, il memorabile incipit della eliotiana Sepoltura dei morti (The Waste Land, 1922) - un verso ("Aprile è il mese più crudele") che il tempo ha trasformato in vero, frequentatissimo topos nei territori sconfinati della Letteratura, bersaglio talvolta anche di qualche irrispettosa variante (due esempi soltanto: Marzo è il mese più crudele, romanzo pubblicato nel 1973 dal triestino Francesco Burdin, e il giallo di Daniele Nepi Agosto è il mese più crudele, 2000) - e collocarvi poi, all'opposto versante e come irrinunciabile omega, un altro frammento di non minore pregnanza letteraria (quella inattesa figura del sole nero che ha stregato, appunto, l'immaginario di tanti poeti: di un Blake o di un Nerval, ad esempio2), è una non dissimulata strategia attraverso la quale lo scrittore rivela, già sulla soglia del testo, come anche il suo nuovo lavoro - fatte salve le ovvie novità della fabula -- vada a collocarsi strutturalmente lungo i medesimi sentieri già percorsi con tanto successo nei precedenti romanzi, dalle avventure medioevali de Il nome della rosa (1980) e di Baudolino (2000) a quelle seicentesche de L'isola del giorno prima (1994), senza dimenticare quella sorta di interminabile cavalcata attraverso i secoli che si ritrova fra le pagine de Il pendolo di Foucault (1988). |
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