RIVISTA DI STUDI ITALIANI | |
Anno XVII , n° 1, Giugno 1999 ( Contributi ) | pag. 286-307 |
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IL SIGNOR PALOMAR, ARTIGIANO DELLA MEDITAZIONE | |
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LUCA POCCI | |
University of Toronto, Toronto, Ontario |
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Lettura del mondo e lettura di sé [...] la rottura di questa recita interiore che costituisce la nostra persona [...] (Roland Barthes, L'impero dei segni) [...] Voglio che mi si veda in maniera semplice, naturale e consueta, senza sforzo né artificio: giacché è me stesso che io dipingo. (Michel De Montaigne, Saggi) Leggere l'opera del mondo: tale pare essere il programma che scandisce la giornata dell'inquieto signor Palomar. Dal momento della sua prima apparizione, nell'episodio recante il titolo rivelatore di "Lettura di un'onda" fino all'epilogo di "Come imparare a essere morto", il personaggio di Calvino risulta impegnato in un costante esercizio di compitazione, quasi più che lettura, dell'altro da sé. Compitazione delle forme del mondo attuata sottraendo singoli atomi di esperienza - l'uno - dal complessivo continuum del molteplice. Quasi alla stregua di una operazione di riduzione fenomenologica, l'interesse del soggetto - Palomar si fissa su un determinato particolare, su una distinta modalità del visibile - un'onda, la luna, un geco - mirando allo stesso tempo alla sospensione di tutto il resto, ovvero il mondo meno quel particolare. È proprio questo orientamento - questa intenzione - verso la singolarità dell'oggetto isolato, strappato cioè alla pluralità dei particolari che costituiscono la totalità del mondo, a qualificare l'impresa di lettura/compitazione perseguita da Palomar come un esercizio votato alla descrizione. [...] |
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